Un viaggio inaspettato nell’uretra infiammata del diavolo, solo andata.
Ho visto LO HOBBIT al cinema e l’unica cosa che ho da dire è che ci mancava soltanto il gangnam style per essere ciò che i produttori avrebbero voluto fino in fondo. deluso da christopher lee, che mi aspettavo non essere d’accordo ad attuare pure lui lo stupro di gruppo alla povera carcassa putrefatta di Tolkien (suo amico, credevo….) tra battute che infrangono la quarta parete cinepanettone-style (Gandalf che fa provare una “canna” a radagast (!), il nano che vuole le patatine, la salsiccia lanciata al ciccione che fa rompere la sedia, i momenti musical coi nani che dicono stronzate, fanno facce buffe del cazzo e suonano le teiere; il nano sordo che mette il tovagliolo nella macchinetta per l’udito quando un elfa suona il flauto traverso; l’assenza di Beorn preferita all’utilizzo discutibilissimo di uno stregone con la merda in faccia che dice cazzate, che è stronzo e pure preso per il culo come un coglione; la battutaccia di Saruman (!) sui funghi allucinogeni (!); le faccette buffebuffe di Gollum; il re dei goblin che si da per perduto con una battuta sottratta ai film anni 80 che sono troppo noiosi per essere citati; e in generale la totale mancanza di stile; questo per citarne solo alcune) e i momenti di puro Imbarazzo (con la i maiuscola) non c’era altro da fare se non scambiarsi sguardi increduli e aspettare a chiappe strette la prossima violenza sessuale ai danni del culo muffo e ossuto del Grande Bardo, Tolkien, la vittima straziata di questo torture porn durato quasi tre ore chiamato (per puro sbaglio) lo Hobbit.
Quello che ho visto, tra le risate del pubblico che scattavano nei secondi esatti previsti dalla dozzinale sceneggiatura-assecondaidioti, e le mie lacrime interiori non era la storia di uno hobbit che riconquista il tesoro dei nani andando attraverso una serie infinita di peripezie che vale la pena raccontare, no, piuttosto era un’accozzaglia di stronzate raccontate in modo stupidamente stronzo con personaggi coglioncelli in un’ambientazione ben fatta. Questo basta a fare un buon film? dipende. se il titolo fosse stato: “stupro al deretano morto di quel feccia di Tolkien”, cazzo, sarebbe stato il non plus ultra dei film concettuali. così è solo merda, merda cinematografica con il fantasma della disney che aleggia in ogni scena, e di quel sistema “deliranza” che ultimamente sta falciando sempre più leggende, come un gatling gun da un elicottero sui civili in Vietnam, semplicemente, semplicemente dico, non è giusto.
Questa pellicola può essere uno studio sulla capacità delle persone di farsi piacere qualsiasi cosa venga loro messa sul piatto purchè abbia un nome conosciuto. Attenzione, gente! è un pranzo a base di sterco e fuoco che dura tre portate! (come i film che sono previsti da questa TRILOGIA) Il dolce è anch’esso merda. Vi è piaciuto? Nulla da ridire a chi pratica la coprofagia nel privato.
Ma perché trasmettere (metaforicamente) in un cinema pubblico filmati di Gandalf che mangia uno stronzetto grassoccio che esce come una talpa timida dalla sua tana calduccia dal culo di Bilbo Baggins che contemporaneamente si fa divaricare le pareti dello sfintere rosa-carne a mani nude da Thorin scudodiquercia che si piscia addosso un misto di pipì marroncina e seme infetto per il troppo piacere, mentre si fa fottere da Fili e Kili nello stesso buco e nell’aria c’è odore di sborra, sudore e sangue, e ci si accorge che Bombur sta mangiando carne cruda e con una mano si smanetta il pene che a fatica è mezzo ritto-mezzo moscio e un liquidino semitrasparente sgorga tristemente giù giù per la sua cappella mucillagginosa e scopriamo che si sta divorando il corpo morto di Beorn l’invincibile che si scuote ancora semisbudellato a terra, e tra i tanti 69 svolti selvaggiamente dagli altri nani in mezzo agli escrementi e all’urina scopriamo il corpo orribilmente mutilato di John Ronald Reuel, irriconoscibile per via della maschera di sangue e liquido seminale semirappreso che il suo volto è diventato, e quei bastardi l’hanno sventrato come un maiale da macello, senza pietà, senza pietà, e mentre i mugolii di quei degenerati malsani si moltiplicano come un muggito ancestrale in sottofondo, ci accorgiamo che, appena appena percepibile, il volto del disgraziato sulla croce sposta un poco la testa, la alza. ci guarda. “perchè?” ci chiede. Non sappiamo, nè sapremo mai, rispondere.
Il libro, LUI, iniziava così:
“Questa è la storia di come un Baggins […] si trovò a fare e dire cose del tutto imprevedibili”. Mai frase fu più profetica. Imprevedibili. Già. Sì.
I tuoi libri rimangono, John. Almeno questo. ALMENO QUESTO.

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