sabato 27 aprile 2013

TOP 15 - DROGHE

 TOP 15 - Droghe
Sditalinare il 3° occhio ti aggrada da matti? Consideri la realtà una squallida prigione senza vitto e alloggio pagati? Hai così poca fantasia da non riuscire nemmeno più a strofinare la tua "terza gamba" per farne uscire quel latte denso e appiccicaticcio? Oppure sei un habitué dello sconvolgimento artificiale dei sensi?
In qualsiasi caso, questa classifica dalle potenzialità molteplici fa per te, stronzo.
Partiamo subito, ché non mi va di cazzeggiare oltre:


15) Quelle bustine del cazzo di finta erba che rifilano ai bomboccetti con le labbra sporche di latte e sborra negli smart shop
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Un classico della pre-adolescenza, solo Pippo o un bimbominkia ci cascherebbero. Si presenta come un legale surrogato della marijuana ma in realtà altro non è che paglia su cui un asino fottuto in testa abbia pisciato piscio sabbioso, su cui poi del sapone liquido al limone sia stato abbondantemente spruzzato su quell'orrida matassa, imbustata e pronta da vendere ai cervelli stanchi di questa nuova gioventù credulona e puzzolente. Amico, fumare i peli pubici di tua nonna in carriola forse ti sballa di più. Anzi, sicuro come la morte che ti fa flippare di più le percezioni.
FRASE TIPO: "...Aspetta...Forse mi sta facendo qualcosa...No."


14) MDMA
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Molti di voi stronzetti amarognoli la prenderanno sul personale, ma, ebbene si, l'MDMA sta così in basso. Perché? Perché ha rotto il cazzo, no, ha buttato dodici bombe H sulle mie palle, piuttosto, e, sapete cosa? Il problema è che assomiglia troppo a chi ne fa uso: è prevedibile, futile, noiosa, inconsistente ed odiosetta. Questo almeno se unita ai luoghi ed alle "persone" con cui generalmente è assunta, ahimè. Raves di coglioncelli piercingati coi soldi della mamma, sporchi di polvere e merda secca dei loro stessi cani-da-finto-punkabbestia con pedigree e vaccini, dotati di sorrisetti vacui come tra l'altro è rispecchiato ottimamente dal loro cervello atrofizzato e bucherellato ben precedentemente dell'assunzione della prima pastiglia o del primo sorso di MDMA. Cazzo, sono accompagnati da pit-bulls rintronati dai frequenti noiosissimi pezzi di musica elettronica che ai raves sono "pompati a mille", e mi chiedo quanto felici essi siano di diventare sordi in party notturni coi loro padroni ciucciacazzi. Bracaloni, testedicazzo, scimmie piene di negatività, piene di cacca ed irregolarità cerebrali, mantenuti economicamente e mantenuti stupidi dalla loro droga favorita. Affanculo in blocco a tutti, sostanza ed utilizzatori, andiamo avanti.
FRASE TIPO: "Al rave di sabato girerà l'EMMEDI', io vado sicuro!"


13) Speed
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Se vi piacciono infartelli blandi, noia a velocità sostenuta, un ano facilmente penetrabile e calore con sudore abbondante, allora fatevi avanti, stronzi, sniffate sta merda, che sono anche troppo buono a mettere al tredicesimo posto di codesta classifica. E ne ho parlato pure troppo, sporca eva.
FRASE TIPO: "Prendi la custodia di quel cd, che ci facciamo due righe di speed!"


12) Ketamina
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Uno direbbe, la danno ai cavalli, cazzo, chissà cosa ci fa. Invece no. A parte dissociazioni tra mente e corpo, cosa che gli idioti provano ogni giorno anche senza l'utilizzo di sostanze "illegali", non succede un cazzo. Immaginate di venire presi a pugni e di non provare dolore, di andare cappaò ma di essere svegli, scemi e in una nebbia che forse c'è o forse è solo l'effetto delle due birre doppio malto di prima con un goccio di vodka liscia, chissà, ecco, ora immaginate di pagare per questo, e di rischiare di finire in galera per questo "sballo" da proto hipsters che si credono "lo zoo di Berlino" solo perché hanno provato 'sta ciofeca. Bene, ne vale la pena?
FRASE TIPO: "La Keta, miglior roba!"


11) Cocaina
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Se sei abbastanza ricco da potertene comprare abbastanza da poter dire di conoscerne gli effetti, allora non hai nemmeno bisogno di questa polverina bianchiccia che fa sentire un verme come Dio e che fa sentire Dio come Robert Plant. I sogni non dovrebbero avere prezzo, e questa droga si chiama autosodisfazione con il raffreddore. Quanto costa il fazzoletto con cui ti soffi il naso subito dopo che le tue fosse nasali si sono riempite di muco per via della coca? Eppoi disboscano e sfruttano troppa gente per questa droga da ricchi, almeno l'eroina ti rende derelitto come chi la produce... Mi sta sul cazzo.
FRASE TIPO: "Ragazzi, sabato sera nevica!"


10) Eroina
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La droga che tutti ringraziamo per averci donato la meglio musica jazz, punk, blues, heavy metal, rock, pop, grunge, synth, eccetereccetera. La ringraziamo perché siamo spettatori, ovvio. Questa dea capricciosetta regala meno di quanto toglie, e se è in classifica è solo perché, se legalizzata negli ospedali, darebbe sollievi enormi a chi crepa per un cancro al buco del culo e per altri malanni. Davvero, ha delle potenzialità, peccato che siano solo dei perdigiorno con la faccia da ladri a farne uso, oppure rockstars, scrittori e in generale gente con tendenze al talento e all'autodistruzione. Bah.
FRASE TIPO: "L'eroina è meglio dell'orgasmo... Ma non provarla mai!"


9) Krokodil
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La famigerata krokodil, ma certo. Cosa c'è di meglio di una droga fatta tra le altre cose con la carta vetrata per fiammiferi, benzina e medicinali generici frullati che ti fa marcire dall'interno? No, non è un libro inedito di William Burroughs, cazzo, è la realtà, e anche solo per queste caratteristiche meriterebbe il podio. Peccato per le sole due ore di euforia blanda che offre in cambio della zombizzazione. Mediocre ma con le palle più pelose del West, dico io.
FRASE TIPO: "дерьмо, гниение изнутри! ебать!"


8) Colla
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Ovviamente è così in alto per il suo fascino orrido, quasi un intrattenimento turistico per i cinici turisti che dicono "ooooh, i bambini romeni che sniffano colla, proprio come in TV! E come dicono i Ramones!". Ovviamente fa schifo, ma è un'immagine piuttosto significativa della nostra società, bambinetti di 10 anni con facce da assassini stupratori che si rifugiano nelle fogne respirando questa merdaccia amara nei sacchetti di plastica lanciando sguardi d'odio contro un cielo nefasto che li ha dimenticati. Roba sottovalutata.
FRASE TIPO: "................."


7) La droga che fa mangiare le facce 
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Detta anche "settimo cielo", proprio come la nota serie tv, è curioso come guardando l'omonima serie abbia avuto le stesse reazioni nervose ed assassine dei pochi che l'hanno provata con gli esiti che sappiamo. Mi dispiace per i poveracci a cui è stata strappata la facciaccia a morsi, accidenti, però mi chiedo come sarebbe metterla nei bicchieri d'acqua dei parlamentari durante la votazione di una delle sempre più numerose leggi per toglierci libertà. Dovrebbe essere divertente, penso, guardare il Parlamento azzuffarsi violentemente, e non dover più vedere quelle facce di merda dei politici, strappate a morsi le une dalle altre. Rilassante fantasia.
FRASE TIPO: "Chissà che cazzo di effetto fa questa cazzo di droga fottuta!?"


6) Trielina
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Incredibilmente facile da reperire, prezzo stracciato, confezione sobria e spartana ma non per questo priva di classe, è la migliore nel rapporto qualità-prezzo se non vi fotte niente delle vostre cellule cerebrali. Si dice faccia meno male della TV, quel "contiene sostanze probabilmente cancerogene" fa sperare la parte più sciocchina di noi che non ci sia troppo da paventare. Pochissimi i morti documentati in seguito al suo abuso, la Trielina (detta anche "trilly") è la compagna indimenticabile delle gioventù urbane dei decenni passati. Tramandata solo tra alcuni gruppetti in ogni città, che ne conoscono i segreti, ha il fascino delle erbe medicinali per le visioni dei nativi americani, solo trasposta in un contesto cementizio e cittadino, squallido al punto giusto. Potentemente allucinogena (ma senza luci e colori, statene alla larga, hippies!), offre uno svago depressivo solo a quei temerari che la sniffano sino a che la macchia nel fazzoletto è completamente secca. Una vera e propria macchina-crea-déjà-vu, andrebbe studiata e rivalutata. Attenti all'"effetto 3a persona", wow.
FRASE TIPO: "Cazzo, ecco l'effetto elicottero..."


5) Alcool
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Cara vecchia bumba, che dire che non sia già stato detto? Ecco un esempio di droga con solo effetti negativi ma che si prende il merito del divertimento spesso e volentieri. In realtà, lo sappiamo, è solo una coperta di Linus, la vita c'è anche se si è sobri, solo che abbiamo bisogno di essere più stupidi possibile, sembrerebbe, per goderne. E poi è approvata dal governo, che si intasca le sue percentuali. Meglio di così!
FRASE TIPO: "Non sono ubriaco!"


4) Fughetti
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Quasi sul podio, e soprattutto grazie al loro aspetto fisico. Belli, sani, simpaticoni. Anche le psicosi che risvegliano hanno il sapore del successo. Un must per tutti gli amanti dello scoprire, per tutti i curiosi, e per tutti gli idioti che devono provare tutto senza capirci un cazzo pur avendo la verità sotto alla punta del loro fottuto naso. Lati negativi troppo variabili, dipendenti dalla provenienza incerta, dalla facilità della presenza di parassiti, dalla società che ci fa piombare a calci nel deretano nei peggiori bad trips, ma i lati positivi sono solidi, quando ci sono. Un must per la psichedelia giovanile.
FRASE TIPO: "FIGATA!"


3) LSD
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Timothy Leary non era un coglione. E nemmeno Bill Hicks. Non me la sento di aggiungere altro alle loro brillanti opinioni che illumineranno i nostri terzi occhi per sempre. Un terzo posto che vale come un primo.
FRASE TIPO: "...Sarebbe così bello, cazzo, sarebbe così bello..."


2) Marijuana
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Un classico senza tempo. Il vero frutto proibito, che rende interessante anche il peggior coglione dell'universo o la situazione più pesa. Naturale, bella, fresca, profumata, utile anche a molte altre cose oltre che all'esplorazione di se stessi, è il best seller di così tante generazioni da significare qualità e resistenza al fattore tempo. Intramontabile, vecchia ganja. Cosa c'è meglio di te? Niente.
FRASE TIPO: "...Wow!"


1) Internet
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Ha spodestato la masturbazione dai nostri pensieri, ha rimpiazzato le esperienze realmente vissute con quelle virtuali, è la finestra fasulla che da su un mondo quasi vero e senza del quale nessuno potrebbe più fare a meno. Chi la usa ne è dipendente, sempre a smanettarsi il cervello come un cazzo che non ne vuole sapere di stare su, è il più grande mangiatempo dopo la tv. In sè ha tutta la conoscenza del mondo o quasi, ma noi ci accontentiamo di youporn, risate facili su youtube guardando cadute di testa di sfortunati coglioni e musica da scaricare per non ascoltarla mai. Guardare, guardare, guardare, non fare. Giochetti, seghe, sitacci di quint'ordine e disordinate visite random su wikipedia al più, sono ciò che diamo da mangiare al nostro cervello in fibrillazione, ormai. Sembrerebbe proprio che l'umanità perda la partita qualsiasi cosa faccia. Però c'è anche del buono, nel nido di questa serpe fottuta. Il mio blog, per esempio, il cui ultimo brillante post avete appena finito di leggere, junkies!

Little Rolling Heads From Outer Space Vol.2


 The Unchaining, un losco figuro errabondo nella solitudine undergound


Little Rolling Heads From Outer Space (Vol.2)

— Rubrica di critica musicale per teste d’acido, di Televisionhead —

Seconda Puntata: The Unchaining

Ci si aspetterebbe diavoletti con le palle in vista, pentagrammi kitsch e scritte ramificate nello stile di qualsiasi stracazzo di gruppo black metal, invece ci viene sbattuto in faccia il sinistro disegno di una figura umana (o un busto per il tiro al bersaglio) che vaga per il mesto paesaggio montuoso in una scena notturna. Nessuna traccia di un nome, nessuna traccia di un titolo. Il che, in un mondo musicale improntato sulla puttanificazione dell’immagine e del nome e del logo credo si distanzi dall’andazzo generale in modo sufficiente perché io decida di usare le mie orecchie per ascoltare l’album, anzitutto. Mi preparo a stringere lo sfintere aspettandomi le classiche note strazianti gonfie di gain ripetute all’infinito per decine di minuti, forse ricordando atavicamente la copertina di forest poetry di quel pelato di Ildjarn, copertina ugualmente naif e nel suo caso portatrice di armageddon lo-fi al limite della tolleranza auricolare. I miei pregiudizi non vengono assecondati perché l’inizio dell’album, invece, è più gentile di una sega fatta per amore da una nonna thailandese malata di tisi. I lenti riffs pompati di chorus della prima traccia “Meditation” non hanno secondi fini se non quelli riportati nel titolo.

Nemmeno due minuti e inizia “The Wanderer”, la batteria è in secondo piano, la chitarra è monocromatica, la voce è nostalgicamente incazzata e visto che mi si gela il cazzo vado a prendere una maglia in più. La prima canzone mi ricorda una serata d’inverno passata in solitudine a giocare a backgammon con fantasmi settecenteschi e fuori dalla finestra alberi morti e pioggia semisolida. La tastiera liquida aiuta a dare melodia al tutto, e quando la seconda parte della canzone si fa strada nelle mie orecchie capisco il desiderio del nostro The Unchaining. Costui non ci desidera verticali mentre ascoltiamo la sua roba, ma bensì orizzontali. Non vi sto suggerendo assolutamente di scopare mentre l’ascoltate, vi sto suggerendo di starvene stesi a letto a farvi seghe mentali, mentre lasciate sul piatto questo “Wandering Through The Landscapes OF Mind” (che è il fottuto nome del disco, cos’altro dovrebbe essere, il nome di mia madre, idiota??!) poiché immagino sia questo l’obbiettivo del musicante. Scordatevi l’headbanging scorreggione che i fighetti del metallo cercano per uccidere anche gli ultimi collegamenti neuronali che comunque non hanno, sta qua è roba introspettiva, quindi non spaccate il cazzo e state zitti stesi lì e menatevi il cazzo della mente per tutta la mezzoretta del disco, funziona così.

Buona la scelta di non spezzare il ritmo della seconda canzone con la seguente “The wolf”, avevo paura di tornare nell’acustico, ma The Unchaining piazza lì un altro pezzo atmosferico ma non per questo deboluccio come una sega con i piedi fatta da un morto. Più varietà di giri chitarra, più tastiere, una batteria non invadente, la canzone è spezzata a metà ma non discontinua, la cosa che posso dire è che non è merda pop quindi non si fa recensire come merda pop, quindi non posso parlare di una qualche struttura fissa delle canzoni (e manco vorrei farlo). Sto qua è un disco che va ascoltato d’un fiato o niente. Successivamente è la volta di “Meditation (Part 2)”, una traccia Burzumiana keyboard-only che non stona, visto che a sto punto dell’ascolto si è capito che il titolo di quest’opera non ci prende per culo: l’intenzione sta tutta in quelle 6 parole, se non lo capisci vai su google translate e sentiti scemo, poiché, cazzo della madre di Cristo Addolorato, più semplice di così si muore.

“Wisdom” torna ad essere suonata con la chitarra, inizia solenne e distorta, il riff mi piace, c’è un intervallante lavoro di plettro lento-veloce che ricorda anche altri generi. La canzone continua a essere un cubetto di ghiaccio del Nord tra i coglioni (riffs gelidi e batteria mesmerizzante) fino al pezzo con la chitarra acustica, che non sapevo se aspettarmi o no, e poi la solennità di giri lenti e scanditi torna fino all’assolo fantasy del finale. Il pezzo più coraggioso dell’album, yeah.

La voce di “The Wind is blowing free” è recitata, il ritmo più incalzante, quindi si può dire che il disco parta lentamente per poi gonfiarsi verso la fine, come il nome stesso di codesta one-man-band mi suggerisce. quell’ING alla fine di UNCHAIN da l’idea di un processo continuato, e così è, credo, poiché c’è traccia di un incazzamento crescente, di una melodia, e proprio in questa traccia piuttosto lunga rispetto alle altre c’è il centro dell’opera. Ma come cazzo parlo? Sarà che il continuo riffing fitto delle chitarre blackeggianti mi rendono il cervello pappa d’avena tiepidina.

Dopo il lungo fade out sprofondiamo ancora nel soundscape acustico, in un lentissimo “dong dong” di chitarra acustica, e canti tantrico-vichinghi in sottofondo. “Stars” chiude il cerchio dell’album, tornando alla quiete dell’inizio. Come due parentesi contenenti un’espressione di fottuta algebra, sta a voi risolverla, io sono solo il professore scoreggione che da i compiti. Il mio giudizio? Stare orizzontali ed amare l’atmospheric black metal che non copia pedissequamente altri grandi nomi, sono i requisiti per ascoltare quest’album con un sorrisetto ebete o con uno sguardo più serio, sono due fattori obbligatori a chi l’ascolta. Altrimenti ascoltatevi Phil Collins, dio bastardo, se vi va di “scuotere il culetto” nel modo più mediocre possibile. Questo è del buon underground. Underground non vuol dire classifiche. Il link sta qua sotto. Guidate piano.

LINK AL PROFILO FACEBOOK DI TELEVISIONHEAD: http://www.facebook.com/Televisionhead?ref=hl

LINK A THE UNCHAINING’s WANDERING THROUGH THE LANDSCAPES OF MIND: https://soundcloud.com/the-unchaining/sets/the-unchaining-wandering

Little Rolling Heads From Outer Space Vol.1

  CJ@DoubleCube dalle molte facce


Little Rolling Heads From Outer Space (Vol.1)

— Rubrica di critica musicale per teste d’acido, di Televisionhead —

Prima Puntata: CJ@DoubleCube

Il progetto del quale sto parlandovi, ci tengo a dirlo, geograficamente è vicino a chi parla. Iniziamo da lontano parlando di chi e cosa cazzo sto recensendo, intanto. “CJ”, il nostro uomo, ha un passato (e credo un presente) di numetalhead in veste di bassista in bands quali Before We Forget The Pain, The Age Of Libra, e altri che non conosco per un cazzo, visto che non esco di casa se non per pisciare sangue sui cespugli del vicino o per acquistare droga scadente. Fatto sta che CJ non si è fermato a ciò, dando prova d’avere un motivo di essere ascoltato fondando la DOUBLECUBE, che, dice essere il suo piccolo spazio musicale casalingo nel quale mette le sue idee in un fottuto frullatore con altre teste d’acido per partorire ciò che viene fuori dalle sue orge sonore private, credo. L’idea di farsi la musica da se’ mi accarezza i coglioni con un panno tiepido ed umidificato al punto giusto, sapete, quindi inizio il tutto bendisposto dalla filosofia DIY in ballo, Cristodidio.

Inizio a dire che, nelle sei tracce che ho ascoltate c’è “un che” delle “Desert Sessions” di Josh “peldicarota” Homme, valeaddire collaborazioni, jams, scambi, seghini vicendevoli, 69 musicali ed esperimenti, il che mi piace, sapete, voglio dire: voi per “accarezzare la biscia nelle vostre mutande” preferireste scaricarvi filmati di gente che si masturba solitaria su un lavandino pieno di capelli e dentifricio guardando la propria sudaticcia immagine pietosa riflessa nel sudicio specchio oppure una scopata hardcore con turpiloquio e schiaffi forti sulle chiappe come si deve? Esatto, più cervelli in azione possono fare anche del bene, a volte. E’ questo è un caso da prendere in esame.

Inizio col mettere il tasto play su “Rd (ft. C.)” e col soffermarmi sui titoli. E’ come se l’autore mi dicesse intrinsecamente “Oh, bene, ti aspetti un titolo a questo pezzo? Vuoi un titolo? Col cazzo che te lo do, un titolo, figlio di una scorreggia fatta coll’imbuto! Ascolta e taci, nanetto di merda!” E io allora ascolto, zitto e mosca.

Un ritmo di batteria sincopato dal piano di sotto mi dice di attendere, un pianoforte tipo “trip-hop” entra spinto da qualcuno nella scena, mi vedo già a fumare hashish su un letto di dolore con una puttana morta a metà semidistesa sul pavimento, e nei miei occhi c’è qualcosa di vissuto e triste, come un calcio dritto nel mezzo del culo da chi un tempo amavi. Un accenno di voce mi conferma che la vita è una merda ma lo fa in un modo che mi piace, eccoci, come se ora fossi attaccato a un tubo per vivere fissando il soffitto bianco di un anonimo ospedale, ma rivedessi in quel bianco le cose fiche che ho fatto. E’ il pezzo che ogni regista di serie tv drammatiche vorrebbe avere come colonna sonora del dramma finale. C’è un che di andato, in questa traccia, e che non tornerà proprio per un cazzo. Mi piace.

Poi inizia “JamS@2C”, che stavolta non è strumentale, ma lo sembra, perché quando la voce si fa sentire è comunque non vicinissima, come cazzo faccio a spiegarvi, scivola via mano a mano che il groove di basso accompagna la melodia ben spiaccicata ed ben atmosferica delle chitarre. Dice quello che deve dire, la voce, e lascia spazio agli assoli anemici ed armonici, in un fade out che dura un po’. Mi sembra qualcosa di posthardcore, ma non saprò mai cosa. Mi da, cazzo, l’idea di essere un pezzo al centro di un theme album decontestualizzato, non è affatto male, cioè, cazzodicristo, come accidenti ve la spiego, questa… Ecco. Avete presente quando vi imbucate ad un rinfresco e ci sono i tramezzini e voi prendete un maledetto tramezzino, lo addentate e dite “che stracazzo c’è dentro?” ma poi vi scoprite a mangiarne quattro/cinque con un punto interrogativo in testa? Ecco l’effetto che mi fa questa canzone. E’ la mia preferita delle 6 in questione, potrei dire, spazia e viaggia.

è il turno di “H2”, devo dire che sto iniziando ad affezionarmi al modo in cui questi titoli mi mostrano il dito medio. Disorientanti, dio canaglia. Come disorientante è l’introduzione violenta di effetti elettronici massivi, che ti catapultano il cervello a calci nel culo in una spirale di acidità. Sembra di essere in un rave con qualche strumento VERO, per un po’, e il pianoforte è come vedere tua madre in pista mentre sei strafatto di MDMA, che ti dice “tranquillo, orsacchiotto, tutti gli effetti da badtrip delle droghe passano, prima o poi” e ti manda bacini. Ma poi, POI arriva una voce mefistofelica dal fondo del muro sonoro che sembra dire, col cazzo, ciucciabiscie, adesso sei nella merdaccia. Ok, a scanso di stronzate, è un buon pezzo elektroniko.

“Compression test” mi ricorda certi videogame incasina-neuroni frenetici e colorati. E’ un esperimento che sa di esserlo e se ne vanta.

“Will, Lies (Feat C.)” è il pezzo più “canzone” dei sei da me ascoltati. Pianoforte e voce, registrati bene, devo dire. Mi girano un po’ i coglioni perché mi sento un po’ come Rocco Siffredi senza cazzo, voglio dire, potrei dire di più se avessi un album davanti, invece ho davanti una raccolta di pezzi collegati dal fatto di essere scollegati, per cui è come se recensissi il demo di un demo, il che è interessante, perdio, MA per me è difficile come finire Contra per NES ad occhi chiusi camminando sui carboni ardenti mentre un’aragosta tenta di tagliarmi i coglioni con una chela e con l’altra cerca di disturbare il mio joypad per impedirmi di giocare, riuscendoci. Comunque è un pezzo che si pone un obbiettivo e lo raggiunge, vale a dire è orecchiabile, ben registrato, ha una cazzo di struttura e non fa coglionate di sorta. E’ la più razionale delle sei, andando a complicare ancor di più il caos disciplinato delle sessions DoubleCube. D’altra parte chi cazzo lo vuole sentire un progetto lineare e perciò stracciacoglioni?

L’ultimo pezzo è “2He”, che mi ricorda qualcosa di Velvet Acid Christ, o anche qualcosa dei Suicide Commando. Una voce apocalittica salmodia qualcosa mentre siamo tempestati dalla sassaiola elettronica che, però secondo me dura troppo poco per poterci viaggiare agevolmente. Fica la voce di Shiva che scopa un cazzo nucleare alla fine. L’avrei fatta durare di più, la canzone, per accendermici una pipetta e lasciarmici andare come perso in un universo diverso da quello in cui mi ritrovo a vivere quotidianamente. Da ascoltare, come del resto pure le altre, ad alto volume in CUFFIA per assaporarne gli angoli preclusi dal volume “lounge” che soltanto un amante del jazz senza gonadi potrebbe considerare “il volume giusto”.

In definitiva vi raccomando di tenere sott’occhio questo CJ per le possibili evoluzioni che questi suoi progetti potrebbero avere. E’ come nella stronza scena finale di Castaway con quel leccapalle di Tom Hanks che sta in mezzo all’incrocio e chi lo sa dove cazzo andrà, chi lo sa, e tu stai a guardare e la risposta ancora non c’è. Dove andrà il DoubleCube studio attraverso le sue Gang Bangs sonore? Stiamo a vedere, dio porcello, con curiosità e buone aspettative, e nel frattempo, come di consueto, vi lascio il link alla fine della recensione così avete qualcosa da fare dopo il catechismo. Alla prossima, teste d’acido, e ricordatevi di spedire al mio indirizzo facebook i vostri parti artistici (di qualsiasi genere, so tutto) per recensioni più o meno crudeli. Ciao.

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CANALE SOUNDCLOUD di CJ@DOUBLECUBE: https://soundcloud.com/mp5_hidden

Quando le ragazze avevano I coglioni di non dar retta ai coglioni


Mi piacerebbe sapere che cazzo di fine hanno fatto le riot grrrls, cazzo di Dio, no, ma che dico, vorrei sapere che fine hanno fatto le persone anti-stereotipo. Sapendo che non sarà da parte vostra che otterrò una risposta, divago.

Parlo delle Slits, porca troia, delle Bikini Kill, maledetta miseria, delle 7 year bitch, per dire. Si legga il testo di “typical girls”, ecco, dice tutto.

Voglio dire, alla mia domanda “che fine hanno fatto” non accetterò una puntata di dito verso di me siccome ho il cazzo e ho poche tette, con frasi del tipo: “ecco di chi è la colpa! TU! Maschio! Stronzo! A morte! Sei un passivo collaboratore di una società maschilista e mercificatrice in quanto uomo! Taci e chiedi scusa ma non basterà comunque!” Perché una risposta del genere è nazista e ridicola, ovviamente, ma la mia domanda è sincera e preoccupata. Dove cazzo sono finite le ragazze, soprattutto, non dico le donne, ma le RAGAZZE, persone giovani portano rivoluzioni giovani. Ma a quanto pare questa generazione di bacate teste di cazzo col cervello ammollo tra radiazioni da computer e di tv e lavaggi di cervello autoimposti e non, e stupidità come modello da imporsi non desidera altro che dormire ed adeguarsi. Maschi e femmine ridotti a silhouettes deformi, merdaccia, cazzo! Caricature di persone, vecchi pupazzi fottuti con calamite al posto di cazzi e fighe, e ragni nel cranio. Voglio dire, sono l’unica testa di cazzo che rimpiange le maree del passato piuttosto che la squallida bonaccia del presente?

Davvero la nuova icona femminile del decennio è quella diarrea umanoide di Lady Gaga? Cazzo, che insulto, questo ridefinisce i limiti precedenti in fatto di disgusto cosmico. Questo mi fa vomitare le gengive dalla rabbia, dalla noia, dalla delusione. CAZZO, io ricordo le L7, le Babes in Toyland, PJ Harvey, ma cazzo di un cazzo di uno stracazzo, davvero preferite QUESTA MERDA NEW-HOUSE PURULENTA A GRUPPI PIENI DI IDEALE E DI SONORITA’ CON I COGLIONI? Merda!

LA MASSA, LA MALEDETTA MASSA! So che siete là fuori, ragazze-anti-stereotipo. Sono dalla vostra parte, cazzo, sono dalla vostra parte, cazzo, sono dalla vostra parte.

Vorrei sapere il perché di questa nuova tendenza a dimenticare le conquiste del passato in favore di un presente che puzza di pesce marcio vomitato da un culo appestato. Leggetevi il Riot grrrl manifesto e ditemi che cosa non va. Fatelo, cazzoni! Davvero preferite essere come sta ciofeca?


Supemerda, io preferirei fare un 69 con un triceratopo idrofobo piuttosto che trovarmi a parlare di vita vera con una di queste esponenti della Nuova Ragazza. E molte di voi preferirebbero essere morte, piuttosto che ridotte a tanto poco. Eppure, schifomadonna, è proprio questa la direzione, l’andazzo. E’ come se vedessi potenziali persone cagare a terra e poi prendere manate di merda e spalmarsele addosso per assomigliare a fango e terriccio e schifo, e chi sembra più inzaccherato di merda è più ricercato dalla massa di merde. Io sento puzza, perdio, ne sento molta, e voglio starne alla larga. Meno si darà retta a queste ragazzette anoressiche coi jeans stretti, occhiali da fotofobiche e voci nasali di sta minchia e più si sentiranno ignorate e si guarderanno dentro. Per favore, ragazze intelligenti, giocate alle vostre regole, anche se siete sole. Rivogliamo la bella musica di vent’anni fa, rivogliamo persone e non ragazzette con il codice a barre stampato sulle tette e rivogliamo quello che mai abbiamo avuto: la cazzo di uguaglianza.

Ribellatevi, che io e la mia tv-testa saremo al vostro fianco a sparare col moschetto in direzione della mediocrità e della standardizzazione e quando sarà tutto finito e la merda ripulita rockeggeremo assieme sulle note di “I Like Fucking” delle Bikini Kill, ripensando ai tempi d’oro, che non erano certo quelli odierni, in cui una delle esponenti di questo gruppo collabora con Christina Aguilera e dimostra così di non possedere in fin dei conti uno straccio d’anima.

Ribellatevi semplicemente dando più spazio a che cazzo siete e non a che cazzo dovreste essere. Eccheccazzo.

Rivoglio le Riot Grrrls, dunque, provvedete! Eravate proprio una gran cosa.

Dài, allora.

Ancora una maledettissima cosa: attenzione, ragazzi e ragazze, rilassatevi: dopotutto non esistete! Non fate quelle facce serie mentre recitate i vostri ruoli sessuali. Siete buffi e stronzi, piantatela! Evolversi, finalmente, su, su! Suvvia!

ODIO I CAZZO DI MUSICALS

                           
 

                            — Rubrica di critica musicale per teste d’acido, di Televisionhead —

Benvenuti in questo viaggio nella feccia, riguardante la critica di colonne sonore di quei tanto amati/odiati films musiclai, in un’esplorazione quasi rettale: profonda e mefitica.

La situazione è questa: conscio del fatto che il mio tempo sia sacro e che ogni attimo sia una frazione di eternità, e che noi, consci di tanta meraviglia sgorgante dai pori del mondo in ogni momento dovremmo cogliere l’attimo che fugge, e succhiare il midollo della vita, piuttosto che farci ammuffire i neuroni già stanchi da altra spazzatura audio/visiva/multisensoriale, ho comunque voluto imbarcarmi in questa merda. Mi sono messo malvolentieri davanti al mio vetusto pc sull’odiato youtube e mi sono sciroppato aborti melmosi, proprio con queste mie orecchie di platino, solo per recensire per voi alcuni errori di questa Nuova Umanità che ha in mano i Media, chi i più influenti, chi i meno.

Conoscevo già la faccia all’Emmenthal di Zack “dissenterianervosa” Efron, che avevo profeticamente immaginato essere portatrice di merda e sabbia culturali, e, bè, avevo ragione da vendere. Voglio dire, bastarda madonna, ho sentito gusto di yoghurt su cui un tipo grasso con barba abbia poggiato le palle per un’ora quando mi sono dovuto ascoltare la straziante “Everyday”. Secondo me, questo motivetto spurgante pus e confetti dell’altr’anno è essenza piuttosto antologica della serie “High School Musical”. In pratica due figli di nessuno che dovrebbero aver letto più Boezio e aver passato più tempo in un campo di sterminio, piuttosto che a fare addominali e a dire a se’ stessi di essere vincenti e popolari intascando soldi e sborrando liquidi semitrasparenti su culi approvati dal governo repubblicano e da Topolino. Due figli di nessuno, dicevo, intenti a cantare canzoni pesantemente modificate al mixer più costoso del Massachussets (per farli standardizzare oltre al livello di sopportazione) in un musical girato da Forrest Gump senza però talenti particolari, il tutto per ben tre volte. Mi si è slogata la mascella per via dei virulenti sbadigli, forse una reazione del mio corpo per tentare di riempirmi di lacrime gli occhi per impedirmi di guardare oltre. Ma High School Musical, lo sapevate già, è merda famosa, per cui non ne parlerò più. Per parlare invece di Camp Rock e in particolare della sua “This Is Me”, intervallata tra l’altro da vocette dei Jonas Brother che si gasano in sottofondo, c’è solo un modo per esprimere ciò che mi evoca nella fantasia. Scrivete la parola “fecaloma” su google immagini e capirete. Poi, vabè, godetevi il più peloso dei 3 fratelli “Bibbiainculo” che si intromette in una performance già agli antipodi dell’umano per far vomitare anche la manopola del volume alle casse.

“Basta Disney, diocane, finalmente!” Mi dico. Poi però guardo la prossima ciofeca che mi tocca ascoltare e la mia milza inizia a dolermi. “Una canzone per te” è la colpa di TUTTO.

Il Brasile deforestato, il nazismo, i baffi di Stalin, la tortura, il sessismo, il razzismo, la vivisezione… E questo film. Cos’hanno in comune? L’assenza di empatia e la terrorizzante ignoranza, senza la quale nessuna di queste azioni avrebbe potuto essere compiuta. Purtroppo il mondo sta rotolando, come fosse instupidito ed ebbro di vino economico da sagra di paese, verso alla Sconfitta, e tutto questo grazie a questi golem di ghiaccio senza consapevolezza della sensibilità umana, che ci cagano in testa, togliendoci ogni cibo ed obbligandoci a nutrirci coi loro putridi escrementi veneniferi.

Non commenterò oltre, certo che anche solo guardando il trailer, in cui tra l’altro sbuca fuori anche quel mediocre cancro chiamato Willwosh, saprete da soli il perché. Ascoltatevi “Nuovo Amore” per suicidarvi, fa male ma è garantito.

Parlando di “Grazie Padre Pio”, qui invece si ragiona. Facendo finta che fosse un’ironico film di denuncia ai paria del buon senso mi sono divertito come una merda in padella. Poco importa se non è altro che, invece, un filmetto partenopeo assurdo che mira a far conoscere i due cani protagonisti, in base a chissà poi quale ragionamento. Mi è piaciuto, sì, e molto. Dura poco, è squallido al punto giusto, le orecchiabili ballate napuletane fanno cagare a spruzzo e ridere ancor più deflagrantemente, le facce degli attori ricordano un film pasoliniano e la meravigliosa “Io te vogghiu bben” cantata da Jo Donatello è semplicemente il cazzo di tuo nonno che non vuole saperne di andar su vedendo il tremulo didietro di un cane, in un senile atto di aberrazione sessuale impotente.

Impagabile. Canzoni come “Padre Pio, Padre Buono”, vanno ascoltate.

Imperdibile!

Grappoli di figate NERD a Go-Go in un mondo che pare succhiare la sua stessa merda dal proprio culo con una cannuccia rosa.




Carrellate di figate in arrivo per voi perdigiorno segaioli fottuti!

Mi riferisco soprattutto ai miei amici quattrocchi brufolosi pc-dipendenti che sognano le loro madri vestite da elfe oscure o che cazzo ne so bagnando il letto!

Nelle mie notti insonni spese a cercare qualcosa di fottutamente interessante tra le rovine putrescenti di questa umanità decaduta e in decadenza, ho trovato qualcosa che facesse respirare ossigeno e non merda gassosa ai miei polmoni. I NERDs ne stanno facendo delle belle. E buon per loro, e buon per noi. Andiamo da corsi di storia con dettagli inediti ed animazioni spaccasederini ad invettive contro ai videogiochi brutti dei decenni passati, (con tanto di spuzzi di merda occasionali), a video rapidi e stimola-neuroni sulla fisica applicata alla vita di tutti i giorni.

Roba fatta bene, sennò col cazzo che ne distribuivo i links, sono uno che spaccia roba tagliata pochissimo, io, quindi infilatevi la porta USB nell’uretra, e godetevi lo spettacolo.

Tanto per dire, comunque, dal prossimo post comincerò a darci dentro colle RECENSIONI, quindi, teste d’uovo, tenete d’occhio queste pagine di fuoco se non volete perdervi nell’affollata piscina di piscio chiamata “vita”, e attendete al varco che io mi degni di scrivere qualche sporca fottuta riga su questo blog virtuale del cazzo per allietare le vostre lugubri vite di cui m’interessa poco.

A presto, gentaglia.

P.S. Assì, nei links qua sotto ce n’è uno che è fuori posto. Non farci caso, mi eccito così.

Links allo sballo NERD:

http://www.youtube.com/user/Vsauce

http://www.youtube.com/user/minutephysics

http://www.youtube.com/user/crashcourse?feature=fvst

http://www.youtube.com/user/destinws2

http://www.animal-health-online.de/gross/2009/02/03/morbus-crohn-das-ist-die-realitaet/12167/

http://www.youtube.com/user/JamesNintendoNerd?feature=watch

http://www.youtube.com/user/numberphile

Reunion Soulfuck



Li abbiamo amati come sottili e deboli dodicenni avrebbero amato boyband patinate, solo con rispetto e senza idee distorte di quasi-sesso prepubescente e senza peli.

Sono stati qualcosa a cui mirare per desiderare impossibili sogni, immaginare palchi immaginari e svegliarsi la mattina dopo, abbracciando un cuscino sbavato (non la groupie bionda e idiota che credevamo) e vestirci in tutta fretta per andare a scuola.

Sono stati, maledetti figli di puttana, forse troppo nei nostri cuori, diventando eroi,e non semplici stronzi come noi con un contratto da milioni su per il culo.

Credevamo in loro, speravamo, noi, insulsi omini comuni, che LE ROCKSTAR CON LE PALLE non fossero dei fottuti mangia-soldi-lecca-ani-amanti-del-denaro-succhia-stronzi, INVECE ci sbagliavamo.

Ma in fondo al cuore, lo sapevamo, lo intuivamo, da sempre. Parlare non equivale ad agire. E le scorregge con la bocca chiamate opinioni a volte sembrano profumare di gigli pur essendo merda con appoggiato su un arbre magique.

Come si fa a credere che i Doors (e non parlo di Jimmy) fossero dei “bravi ragazzi” anche nel periodo d’oro, se ora assoldano un bellimbusto oliato e lubrificato per entrare come meglio può nella fichetta del mainstream, il tutto per sostituire l’unico membro veramente interessante -e morto- della loro band? e sorride, il figlio di puttana! E’ una controfigura, cazzo, non una rockstar!

Poi mi dicono, in casi come quello dei Queen, in cui un Paul Rodgers che convince meno di un calcio nei coglioni ad un neonato era già membro della band, che infine è suo diritto essere su quel palco. Sì, può essere, peccato che sia stato deatomizzato moralmente da Freddie Mercury, e fossi in lui mi leccherei le ferite in una desolata grotta in mongolia, non mi rifarei certo vivo a sottolineare la distanza tra me e un vero genio incassando assegni a nome di ciò che ha creato.

Porcatroia! Mi sto incazzando, sapete? Mi sto incazzando mentre scrivo, cazzo!

Poi è stata la volta degli Alice in Chains, merda, con Layne Staley sostituito da William DuVall. CHI CAZZO è COSTUI, PUTTANA LA TROIA?! Stiamo parlando di cantanti influenti, non di gente che guida il tourbus! Cazzo di Dio, l’anima della band, l’unico strumento non rimpiazzabile, la voce, sostituita da facce di bronzo!

Non parlo degli AC/DC, ma anche in merito ne avrei un paio da raccontare, essendo uno stronzo estremo e radicale, ma andiamo avanti. Avanti, o indietro? Cazzo!

A parte una parentesi uccidi-mito in cui Chris Cornell mi si propone sullo schermo glitterato di MTV cantando in falsetto per un singolo sfasciamaroni con l’odioso Timbaland, e io ripenso ai Soundgarden e al fatto che mai li sentirò con le stesse illibate innocenti orecchie entusiaste di prima, MA ORA vorrei citare il caso della REUNION DEI NIRVANA.

Ma… Kurt Cobain è morto. Si. Era il membro fondatore e scriveva lui i testi e le musiche ed era contro le pacchianate per raggrumare soldi, ed è morto anche per colpa del mainstream dal quale era circondato, eccetera, ma… LORO la reunion la fanno lo stesso. Un regalo ai fan? Come può essere un REGALO AI FAN riesumare il cadavere vizzo e completamente consumato dalla putrefazione di un’eroe musicale, per sodomizzarlo con una statuetta di un grammy award sorridendo per le foto ai paparazzi? UN OLOGRAMMA! Vogliono usare un ologramma, e Iddio lassù nei cieli blu sa se si limiteranno a questo! Lo hanno sostituito con IL CANTANTE DEI PUDDLE OF MUDD, che nemmeno nominerò per desiderio che ogni sua memoria scompaia dal pianeta più presto possibile. Non accadrà, lo so.

CRISTO IN CROCE, lui era quello stesso coglione con la faccia da americano soddisfatto di se’ che imita un sound sbagliato perché non sa creare qualcosa di suo, e di bello, e di figo. Lo stesso bastardo che cantava “She hates me”, singolo che fa ammosciare il cazzo al cervello, e lo fa uscire a spuzzi dalle orecchie da tanto è gelatinoso, unto e zuccherino.

Lui, sostituirà Kurt Cobain, e al suicidio ci penso anch’io.

Poi invece penso che senza di me sareste perduti, e rimango, qui, a confezionare un’altro post nello stile che tanto state cominciando ad amare.

Stay True And Kill Your Heroes.

Televisionhead.

I LINK AGLI STUPRI:

http://grungereport.net/?p=23973

http://www.soundsblog.it/post/5097/un-altro-grande-ritorno-riecco-gli-alice-in-chains

http://ultimateclassicrock.com/the-doors-robby-krieger-holds-out-hope-for-reunion-with-john-densmore/

http://lostinthegrooves.blogspot.it/2005/12/echo-park-germs-reunion-minus-darby.html

POST SCRIPTUM: Interessante notizia! E’ morto il cane della figlia di Kurt Cobain! Giornalismo intelligente, possiedici! ———> http://grungereport.net/?p=23779

Supporto per l’underground? Mai abbastanza.

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

Rivoluzione passiva: ma vaffanculo!



Si sente dire spesso e sempre: “Oh, la musica di oggi è merda, tutto è merda, negli anni 50, 60, 70, 80, 90 era tutto pieno di personalità, di colore, di vita! ora siamo nel vuoto, che palle!” e poi si sentono gli esempi. Justin Bieber, qualche negretto rapper di second’ordine che non vale la pena citare, poi nel caso dell’italia gentaglia come i Dari (che per fortuna sono stati risucchiati dal buco del culo fetido del diavolo dal quale erano stati abortiti, sembrerebbe), o i Finley, con le loro stucchevoli e scopiazzate canzoncine flower punk del cazzo, o altri.

Io ad un primo momento potrei addirittura sembrare daccordo, ma sentite questa:

La pentola guardata non bolle.

Cosa state facendo VOI per rendere questi anni una figata, o anche solo la vostra vita un tantino più vivibile? Se lamentarsi servisse a creare una rivoluzione di qualche tipo saremmo tutti dei Lenin alti 60 metri che sputano fuoco e fiamme dal buchetto del cazzo e lanciano raggi laser dalle pupille. Ma ieri mi sono guardato allo specchio ed ero sempre il solito televisiocefalo, e guardandovi anche voi mi eravate simili. Segno, questo, che forse non basta.

Un cane rabido come il prepubescente (ormai non più, anche se si direbbe) Justin Bieber, si direbbe una marionetta fottuta, anzi peggio, un pupazzo da ventriloquo con la mano del signor mass media infilata su per il culo, a farlo sgambettare e vomitare sul palco, occasionalmente, per migliaia di migliaia di fotocopie mal riuscite di esseri umani. Ciò è vero, ma avete pensato che, a differenza di moltissimi se non tutti voi lui FA QUALCOSA? Certo, fa qualcosa come hitler ha fatto allo spiedo gli esclusi dai suoi piani di perfezione basati sulle sue sbronze di birra e sul suo wienerschnizel che non ne voleva proprio sapere di andare su, ma, sapete, ha FATTO QUALCOSA. Si è lamentato, sicuramente, ma poi ha alzato il suo culo flaccido da una sedia di vimini e si è rimboccato le maniche, contro migliaia di migliaia di passivi esseri umani, che sprofondati in poltrona avrebbero continuato a subire e lamentarsi ancora a lungo, fino adesso.

Gente come il Justin, quindi, avrebbero qualcosa da insegnarti nonostante la loro degeneratezza abissale, anonimo prototipo di adolescente anni ‘10, e io ce l’ho più con te che con loro. E’ per colpa di chi sta seduto che le rivoluzioni si traformano in rivolte, poi in scaramucce, poi in idee non realizzate e poi in chiacchiere ubriache al bar sport. La pentola solo guardata non bollirà mai.

Detto questo non indicare altri, non fare il pistola, punta il dito verso te stesso, scemo, perché SO che ne sei coinvolto. Puoi dare la colpa alla stupidità degli altri, ma è una cosa da stupidi, quindi rientri nel gioco. Avresti dovuto imparare dalla stupidità la saggezza, stupidino, e andare contro corrente PER DAVVERO, non scorreggiando colla bocca con altre inutili chiacchiere lamentevoli e piagnucolanti. Suona, scrivi, leggi, filma, fai, non proporre la tua merda se è robaccia commerciale, per favore, ma per il resto FAI, ché vale più delle parole, un semplice cesto di vimini, e detto questo di parole ne ho scritte pure troppoe e vado ad ingropparmi con una figura in cartonato di Bettie Page, venendo meno ai miei stessi consigli.

A presto, parti del problema da voi stessi criticati aspramente.

LO HOBBITT: come vomitare le proprie feci senza usare le mani



                  Un viaggio inaspettato nell’uretra infiammata del diavolo, solo andata.

   Ho visto LO HOBBIT al cinema e l’unica cosa che ho da dire è che ci mancava soltanto il gangnam style per essere ciò che i produttori avrebbero voluto fino in fondo. deluso da christopher lee, che mi aspettavo non essere d’accordo ad attuare pure lui lo stupro di gruppo alla povera carcassa putrefatta di Tolkien (suo amico, credevo….) tra battute che infrangono la quarta parete cinepanettone-style (Gandalf che fa provare una “canna” a radagast (!), il nano che vuole le patatine, la salsiccia lanciata al ciccione che fa rompere la sedia, i momenti musical coi nani che dicono stronzate, fanno facce buffe del cazzo e suonano le teiere; il nano sordo che mette il tovagliolo nella macchinetta per l’udito quando un elfa suona il flauto traverso; l’assenza di Beorn preferita all’utilizzo discutibilissimo di uno stregone con la merda in faccia che dice cazzate, che è stronzo e pure preso per il culo come un coglione; la battutaccia di Saruman (!) sui funghi allucinogeni (!); le faccette buffebuffe di Gollum; il re dei goblin che si da per perduto con una battuta sottratta ai film anni 80 che sono troppo noiosi per essere citati; e in generale la totale mancanza di stile; questo per citarne solo alcune) e i momenti di puro Imbarazzo (con la i maiuscola) non c’era altro da fare se non scambiarsi sguardi increduli e aspettare a chiappe strette la prossima violenza sessuale ai danni del culo muffo e ossuto del Grande Bardo, Tolkien, la vittima straziata di questo torture porn durato quasi tre ore chiamato (per puro sbaglio) lo Hobbit.
Quello che ho visto, tra le risate del pubblico che scattavano nei secondi esatti previsti dalla dozzinale sceneggiatura-assecondaidioti, e le mie lacrime interiori non era la storia di uno hobbit che riconquista il tesoro dei nani andando attraverso una serie infinita di peripezie che vale la pena raccontare, no, piuttosto era un’accozzaglia di stronzate raccontate in modo stupidamente stronzo con personaggi coglioncelli in un’ambientazione ben fatta. Questo basta a fare un buon film? dipende. se il titolo fosse stato: “stupro al deretano morto di quel feccia di Tolkien”, cazzo, sarebbe stato il non plus ultra dei film concettuali. così è solo merda, merda cinematografica con il fantasma della disney che aleggia in ogni scena, e di quel sistema “deliranza” che ultimamente sta falciando sempre più leggende, come un gatling gun da un elicottero sui civili in Vietnam, semplicemente, semplicemente dico, non è giusto.
Questa pellicola può essere uno studio sulla capacità delle persone di farsi piacere qualsiasi cosa venga loro messa sul piatto purchè abbia un nome conosciuto. Attenzione, gente! è un pranzo a base di sterco e fuoco che dura tre portate! (come i film che sono previsti da questa TRILOGIA) Il dolce è anch’esso merda. Vi è piaciuto? Nulla da ridire a chi pratica la coprofagia nel privato.
Ma perché trasmettere (metaforicamente) in un cinema pubblico filmati di Gandalf che mangia uno stronzetto grassoccio che esce come una talpa timida dalla sua tana calduccia dal culo di Bilbo Baggins che contemporaneamente si fa divaricare le pareti dello sfintere rosa-carne a mani nude da Thorin scudodiquercia che si piscia addosso un misto di pipì marroncina e seme infetto per il troppo piacere, mentre si fa fottere da Fili e Kili nello stesso buco e nell’aria c’è odore di sborra, sudore e sangue, e ci si accorge che Bombur sta mangiando carne cruda e con una mano si smanetta il pene che a fatica è mezzo ritto-mezzo moscio e un liquidino semitrasparente sgorga tristemente giù giù per la sua cappella mucillagginosa e scopriamo che si sta divorando il corpo morto di Beorn l’invincibile che si scuote ancora semisbudellato a terra, e tra i tanti 69 svolti selvaggiamente dagli altri nani in mezzo agli escrementi e all’urina scopriamo il corpo orribilmente mutilato di John Ronald Reuel, irriconoscibile per via della maschera di sangue e liquido seminale semirappreso che il suo volto è diventato, e quei bastardi l’hanno sventrato come un maiale da macello, senza pietà, senza pietà, e mentre i mugolii di quei degenerati malsani si moltiplicano come un muggito ancestrale in sottofondo, ci accorgiamo che, appena appena percepibile, il volto del disgraziato sulla croce sposta un poco la testa, la alza. ci guarda. “perchè?” ci chiede. Non sappiamo, nè sapremo mai, rispondere.
Il libro, LUI, iniziava così:
“Questa è la storia di come un Baggins […] si trovò a fare e dire cose del tutto imprevedibili”. Mai frase fu più profetica. Imprevedibili. Già. Sì.

I tuoi libri rimangono, John. Almeno questo. ALMENO QUESTO.

# 1




Parliamo di me.

Succhio le tette dell’odio per scelta reciproca mia e del mondo, ho visto la Musica di qualità contorcersi come un pesce spiaggiato sotto al sole della mediocrità, ho visto il Cinema d’autore ridursi a bere il proprio piscio sabbioso nascondendosi sotto al tavolo, ho visto l’Arte fare harakiri con un coltello di plastica ripetendo meccanicamente frasi sconnesse a proposito delle palle dei tassi.
Sono il figlio furente di questa società purulenta, un figlio degenere ed incestuoso, cresciuto davanti a un maxischermo, a cui hanno negato il lusso di sbarre dorate, dandomi da mangiare merda e sangue.

Ho visto scheletri fottuti agitare le loro vecchie ossa per il centro città, orde di folli maree polverose - uomini e donne - annegare in se stessi per nessun motivo apparente, ho fatto zapping con le vostre vite, trovandole dei noiosi, vili varietà, ma ho continuato a guardare, ohimè, come in una cura Ludovico durata 25 anni lunghi come il metaforico pisello della società, avanti e indietro nel più sacro dei miei buchi.

Sono stato testimone delle folli emissioni oscure dei vostri cervelli stanchi e fotocopiati, le vostre feci morali sono state il mio cibo spirituale per troppo a lungo, ed ora, ORA una televisione è diventata il mio cervello, la mia trasmissione è un’apocalisse intellettuale 24 ore su 24, i miei spettatori:voi, guinea pigs, cavie, capretti sacrificali, Tu, lettore, conosci quei mostri indelicati,

ipocrita lettore, mio pari, fratello!