giovedì 16 maggio 2013

Televisionhead's TOP 15: i miei scrittori preferiti

A quanto pare sono ancora così stupido da leggere, lo ammetto, anche se è meglio guardare le viole crescere e la pioggia cadere e la merda marcire noi uomini e donne contemporanei abbiamo bisogno di surrogati di emozioni. Colpa mia? No, cazzo, no. Colpa di millenni di segregazione mentale. Per evitare la totale pazzia è meglio tagliare gli alberi, maciullarli, trasformarli in cartaccia e spruzzarci sopra più o meno a casaccio parole, parole, parole, fregnacce che ci fanno piangere, fregnacce che ci fanno ridere, o, più spesso, fregnacce che ci fanno sbadigliare i coglioni fino alle lacrime. Qualcuno però ha reso fuoco quelle pagine, bruciando via anni e anni di malessere del lettore, collegando i loro corpi putrefatti con i nostri ancor vivi con invisibili fottutissimi sentieri mentali. Cosiddetti scrittori, cosiddetti immortali. 15, per fortuna sono pochi, ce ne sarebbero a carriolate, di vecchie ossa a cui leccare il culo a posteriori e da far vedere a voi ignorantoni facebook-cefali, ma mi limiterò perché codesta è solo una trovata commerciale e voglio scopare senza baci in questo excursus evitabile, fraintendibile e poco sensato. Prendiamone uno dal mucchio:


15) Walt Whitman

Giusto il più grande poeta a cui riesco a pensare, sul momento. Se mi ci metto mi vengono altri nomi, ma quello di questo barbuto vecchiaccio è il primo. Un solo libro, "Foglie d'Erba", ristrutturato, ampliato, lucidato nel corso di tutta la sua vita è l'opera più monumentale e significativa della modernità, diffidate da commenti di altro tipo. Costui fa sembrare "Urlo" di Ginsberg la scorreggia di una pulce nel vento. Nulla di più onnicomprendente, cosmico, vero, scoperchia-cranii ho mai potuto leggere, e, per una volta, leggere un libro sembra davvero essere meglio di una silenziosa passeggiata nel bosco con solo il proprio ego pugnalato a morte nella contemplazione dell'Unità. Grazie, vecchiaccio barbuto. Eccheccazzo.
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 14) John Kennedy Toole

Personaggio leggendario, morto suicida perché era la persona giusta nel momento sbagliato, questo fiero abitante della vecchia New Orleans ha scritto il libro più divertente che abbia letto, "Una Banda Di idioti". Il suo personaggio migliore, Ignatius, è raffigurato in una statua meravigliosa davanti al centro commerciale del quartiere francese della sua città amata, e questo basta a commuovere. Era lo scrittore preferito da Bill Hicks. Serve dire altro? Manco pel cazzo!
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 13) Severino Boezio

Chi di voi mi ama lo sa: la frase che più spesso ripeto è: "le nuove generazioni dovrebbero leggere più Boezio e farsi meno seghe". Già. "De consolatione philosophiae" è semplicemente scintillante genio che trasuda dai millenni. Roba con le balle ben gonfie. Boezio, rappresenti la morte della verità. Grazie di aver scritto quella robaccia invece che esserti limitato a fissare i muri della torre in cui ti avevano ficcato in attesa di farti sparire dalla circolazione, ne hai aiutati molti. Tra cui me.
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 12) Charles Baudelaire

Talmente bravo da passare indenne il fatto che i fottuti hipsters lo osannino costantemente, e questo già la dice lunga. Costui girava per le vie di Parigi con i capelli tinti di verde quando ti guardavano storto per come respiravi. Nella scrittura ha dimostrato palle e fegato ancor maggiori, fregandosene di autodistruzione, pregiudizi e merda liquida passata per opinioni, e andando oltre a dove gli occhi potevano guardare. Se c'è la morte Baudelaire le sta facendo i ditalini. Roba enorme.
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 11) Robert E. Howard

Suicida, giovane, geniale, non risconosciuto in vita, riconosciuto solo parzialmente dopo la morte, inventore dell'heroic fantasy, genio poliedrico prolifico come trecento conigli sotto viagra. Gli ingredienti per delle letture mai noiose, potenti come mannaiate sui denti e figate a 360 cazzo di gradi ci sono. Gente che ami il genere pulp, nonostante la sua meravigliosità, purtroppo, scarseggia sempre.
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10) Charles Bukowski

Diceva che se i carcerati ti leggono e ti vogliono bene non puoi dire di aver sbagliato nulla come scrittore. Aveva ragione. Oltre che prosatore col cazzo più lungo del tuo, era anche un poeta rivoluzionario e attualmente insuperato. Chinaski, figlio di cane.
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 9) Dante Alighieri

Chi dice che di buono ha scritto solo "L'Inferno" ciuccia i cazzi alle suore e non ha mai letto Dante. Inimitabile, Inarrivabile, il genio.
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 8) George Orwell

Semplicemente un genio della fantascenza e dell'allegoria. Trascende la politica schiava del tempo ed entra nella dimensione della psicologia, del mito, dell'Umano, e scrive con una semplicità palese e scorrevole. Due dei migliori libri di tutti i tempi vengono da questo pirla. E' abbastanza? Sì, tu non ne hai scritto nemmeno uno.
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 7) John Milton

Anche se il finale del suo libro migliore, il "Paradisae Lost" fa cagare sangue a spruzzo dal buchetto del cazzo, il resto è Beethoven tradotto a parole, prima di Beethoven. Potente come un cazzo di uragano F-6 su pel buco del culo, le sue parole sono esplosivi piazzati sui neuroni. Ed era pure cieco come una talpa quando l'ha dettato (non scritto) agli scribacchini. Whoa!
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6) Philip K. Dick

Drogato, schizofrenico e paranoico, aveva sempre l'impressione che il buco del cesso o il suo gatto potessero essere sbirri venuti dal futuro per bruciargli i peli delle balle e per inchiodargli il popò. In pratica, un simpaticone, che oltre a questo era dotato d'una fantasia schizoide meravigliosa. "Scorrete lacrime disse il poliziotto" è un libro che non capiremo mai abbastanza.
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5) Franz Kafka 

Posizione pari merito con Dino Buzzati, E. A. Poe e Lovecraft, il nostro ebreo di Praga che voleva bruciare i suoi scritti è semplicemente oscuro come la gnocca di Madama Morte, e sprizza genio da ogni orifizio. Bravo.
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 4) Fedor Dostoevskij

Nonostante la sua pallosità stratosferica e quasi del tutto insostenibile, lo ficco qua in mezzo perché mi piace la sua barba.
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 3) John R. R. Tolkien

Chiunque lo abbia letto senza merda spalmata sulle pupille sa perché cazzo c'è Tolkien, in mezzo a qualsiasi lista di scrittori. Semplicemente un buon uomo. Un filantropo, quasi.
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2) John Steinbeck 

Lo scrittore che dovrebbe servire come metro di giudizio per capire chi è uno scrittore. Mai stronzo, mai ciucciamerda, mai banale e mai noioso. Mica facile. E questa testa atomica è da leggersi in ogni caso, se si è nati sulla Terra.
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1) Omero 

il Non-plus-ultra delle figate, talmente "cool" da non esistere (forse) nemmeno, Omero, il dio dell'epicità, dell'intreccio, della metafora, dei mostri fighi, della poesia, della prosa, probabilmente sapeva pure scopare a testa in giù, se c'è un dio lassù può pure pulirgli i sandali, a 'sto genio superiore. A volte mi chiedo perché cazzo esco il sabato sera invece che sciropparmi l'Odissea steso a letto con una pinta di Whiskey sul comò, candele, e pioggerella fuori. Campione, cazzo!
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Grazie per la lettura e buona lettura.

 In fede,

 TELEVISIONHEAD.

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