domenica 19 maggio 2013

Little Rolling Heads From Outer Space Vol. 6

Attrito e Lyon Estates: calci in pancia e pugni in gola per beneficienza.
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  Little Rolling Heads From Outer Space (Vol.6)

- Rubrica di critica musicale per teste d’acido, di Televisionhead -  

Sesta Puntata: Attrito / Lyon Estates Split

 Cari, sembrerebbe davvero che, come già in cuor mio immaginavo e sospettavo e sapevo, cazzo, i gruppi hardcore siano quelli con meno puzza sotto al naso e con meno "sindrome da micropene di maschio beta che vuole sembrare maschio alfa". Due cazzi di secondi e la disponibilità per recensire la loro musica è presto data. Un paio di puzzoni ci sono stati, ad onor del vero, tra i molti a cui ho chiesto e i pochi che mi hanno chiesto recensioni, oh, sì. Ma non è mica il caso dei 2 gruppi che sto per recensire.
Si, I GRUPPI, poiché questo è uno split sul quale per altro dovrei spendere un paio di altre parole prima di condividere con voi il succo di questo frullato di incazzamento, talento, bastonate piacevoli nelle orecchie e via dicendo. Questo mini-split (6 pezzi in cui solo due superano i due minuti, e di poco, perché hardcore significa dire molto in poco tempo, senza prese pel culo, ritornelli infiocchettati, seghe varie ed eventuali, o almeno così è per me) si pone l'obiettivo di fornire supporto ai condannati in seguito al fottutissimo G8. Strano che qualcuno ne parli ancora. Pensavo che non fregasse più un cazzo a nessuno, passata com'è la moda della solidarietà, in quest'epoca priva di memoria storica. Bè, buono a sapersi, cazzo! I gruppi hc mi danno soddisfazioni che altrove neanche per caso. Ma, stronzo come sono, questo è tutto ciò che dirò riguardo alla parte cosiddetta "politica" del disco, nonostante con questo stia bypassando il maledetto 70% dell'opera, ma, sapete, mi autoimpongo ignorantemente di fare della sterile critica musicale, ciononostante sappiate, comunque, che non potrei essere più d'accordo con loro.
Detto questo, come al cazzo di solito, appena dopo messo play guardo la copertina. Cosa posso farci? sono un feticista delle immagini che presentano concetti nascosti, dentro a se stessi e dentro al lavoro che presentano. L'omino che accende il fuoco attorniato da corvi (corvi?) è un'enigma. I nomi dei 2 gruppi non spiegano molto, là in alto come epitaffi insufficienti. Fico.
Inizia con gli ATTRITO. Una voce femminile recita dei versi che definire significativi sarebbe riduttivo come chiamare Plutone un sassolino, con voce assente e non del tutto sconfitta. Poi si scatena un cazzo di fottutissimo caos ordinato: "Giorni di luglio", la prima traccia, non ha tempo di perdere tempo in ciance: è una catapulta fottuta, come essere svegliati a pugni da quindici individui poco raccomandabili ed essere lanciati fuori dalla finestra per 3 piani per essere pestati anche laggiù. Ci si sente in una Genova mentale, mi azzardo pacchianamente a dire, ma non posso farci uno stracazzo, l'old school a filo di rasoio di questi pezzi fa breccia nel mio cuore di pietra. Il pezzo finisce così in fretta da sembrare un intro, ma, sorpresa! la canzone seguente, ovverosia "Un'altra notte" dura ancora meno, e quindi, dopo un'inizio che sai già andrà a parare nel tentativo di farti esplodere lo stomaco dal di dentro (efficace) si snoda incazzata per il resto del tempo mentre la testa ti rimbalza tra le due chitarre completamente impazzite e... (porcatroia!) IMMEDIATAMENTE dopo inizia "Ancora nel vento", e qui capisci che il resto del cd difficilmente si muterà da oro a merda, e infatti, cazzo, infatti, anche questo pezzo fa il suo, è più vario degli altri, aggiungo, e se il finale è "vagamente" più lento della media fin'ora ascoltata è solo per far uscire di scena il primo gruppo con una rapidità che fa restare inebetiti.
Ora i Lyon Estates ridefiniscono la cazzutissima velocità con "70 anni", babababababababa e metto pausa. Bestemmio, perché non mi aspettavo tale qualità così concentrata in tale brevità di split. E' un po' come ingozzarsi di chiodi di garofano, cazzo, e se solo i chiodi di garofano avessero un buon sapore la metafora sarebbe sensata. Quintessenza di hardcore schiacciata all'inverosimile in... quanti cazzo sono? Puttana eva, manco 11 minuti di album! Vabè, rimetto play, la seconda canzone inizia come non mi sarei aspettato, e mentre ammiro il batterista penso che questo pezzo è QUASI ai livelli di "in disparte" degli Indigesti, cosa che credevo QUASI irraggiungibile. La prima parte dell'ultima canzone, "essere libero" potrebbe facilmente essere catalogata come grindcore se solo la voce non fosse genuinamente hardcore. Va rallentando, va rallentando, ma mica perde le palle. Ti ritrovi a muovere il cranio a ritmo di musica ed è già finito.
Manco a dirlo, rimetti play e te lo riascolti TUTTO DA CAPO, massì, cos'altro dovresti fare?
'Nsomma, dài, gli Attrito e i Lyon Estates hanno bene a fare ciò che hanno fatto, anche se forse è la scarsa qualità della maggior parte dei gruppi che me lo fa dire, non so.

Segno che nulla muore del tutto se alzi il fottuto culo e lo fai vivere o fai finta con stile?

O no?

 Link all'accacì di Attrito/Lyon Estates: http://annoyingrecords.bandcamp.com/album/attrito-lyon-estates
Link al profilaccio facebook di Televisionhead: https://www.facebook.com/Televisionhead

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