Magellano, cranii che fluttuano sopra a mari desolati.
Little Rolling Heads From Outer Space (Vol.8)
— Rubrica di critica musicale per teste d’acido, di Televisionhead —
Ottava Puntata: Magellano
Fernão de Magalhães, italianizzato in “Magellano” è stato il primo figlio di puttana a circumnavigare il globo. Si direbbe, così, che un gruppo che sceglie come nome il nome del suddetto figlio di puttana lo faccia per sottolineare la sua vena pionieristica, lo faccia per mostrarci il folto pelo sulle sue palle che lo spinge a fare follie sonore per farlo rizzare a quelli che amano la diversità alla fotocopia. In qualche modo i Magellano qualcosa di mai sentito lo fanno, ma la Domanda che sorge spontanea è: basta fare qualcosa di “nuovo” per fare qualcosa di “figo”?
L’album, chiamato “a spasso” mi ricorda troppo Fabio Volo per piacermi. O forse a farmi girare le gonadi è la loro auto-descrizione la quale cito distrattamente, prendendola da SoundCloud, con una smorfia di dolore: “pirati dal cuore tenero e dalle parole gentilmente taglienti”. Andiamo oltre e scartiamo il regalo.
La prima è “okok” e la voce che apre la canzone mi dice nelle orecchie robe su polpette che cadono, e non so se ridere o se no, nel dubbio ascolto il rap zoppo e preso a sberle del primo cantante. Sembra fare un freestyle su qualsiasi cosa faccia rima, non capisco, sembra si lamenti di qualcosa, siamo in due. Poi il ritornello cerca di insinuarsi fra le pieghe o fra le piaghe del mio cervello, ci riesce, mi incazzo, una vocina dice ocheiochei, la traccia finisce, ho capito l’andazzo, mi do un pugno e stringo i denti, devo andare avanti, cazzo, devo farcela, e arriva la seconda.
La titletrack! “Tutti a spasso (feat. Escobar)” è una canzone fracassona. piripì poropò purupù e si arriva al ritornello passando attraverso una sassaiola di rimacce in stile Rino Gaetano col mal di milza, poi ecco il ritornello/chiodo arrugginito nella materia grigia, poi c’è anche una parolaccia, anzi due, non me l’aspettavo. Perché mi viene da pensare a Dj Francesco? Roba da festicciole, roba da spiaggie, roba lontana da Televisionhead, roba che comunque può piacere alla maggior parte dell’essere umano del 2000. M’astengo.
“Il pasto di Varsavia” mi ricorda i triti giuochi di parole dei Baustelle. I beats escono dagli anni ‘80. Citano Branduardi ma in modo da farmi rinsecchire il membro. Scappo da questa traccia, è come essere presi a sberle da una baby gang in Romania e non poter reagire. Cerchi solo di scappare con aria dignitosa dandogli tutto ciò che hai. Paura e rabbia.
“Genova per chi?” è il pezzo serio. Sono genovesi e parlano di Genova con disillusione, fin’ora la migliore, ma… cazzo arriva il ritornello caramellato. A canale 5 la adorerebbero. Ma Little Rolling Heads from Outer Space non è Canale 5. Lo sapete?
“Paesaggio Infinito” prometteva bene, m’aspettavo, cazzo ne so? Una traccia strumentale. Invece arriva la voce glucosica, stringo il culo e vado avanti, avanti, avanti, si sono scambiati gli “strumenti” ora il melodico fa un po’ di hip hop. Almeno credo. Mi cola il contenuto del cranio dalle orecchie bagnando la spugnetta delle mie cuffie. Tolgo le cuffie dalle casse e dall’altra stanza mi gridano: “Abbassa ‘sta roba!” E io penso che invece musica così andrebbe ascoltata al massimo volume, a chi piace, e credo possa piacere a molti. Molti però non sono tutti, e se non amate la musica elettropop cosa potete farci? Consigliarla a chi la ama, forse. La prossima.
“Dall’essere, dal dover essere e dall’essere umano”… Ha un’inizio imprevedibile e poi citano Sanremo, dicono che non ci sono, e io dico forse dovrebbero. Incazzata, sta traccia. ok ok, direi. Sento il ritornello e dico: la prossima.
L’ultima è ” Sopravvivere in questa nazione” fa di tutto per assomigliare a “eeeehy beibe, ai uonna nooooooou if iud bi mai gheeeerl”. Aspetto trepidante che finisca il nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana nananananananananananananananananananananananananananananananananana
Arriva il flow. Parla dell’oggi. Non gli piace.
Neanche a me.
Detto ciò i Magellano fanno qualcosa di nuovo, come ho già detto, e per apprezzarli non si deve essere degli amanti della musica senza compromessi. Sono una band con fantasia, che si è certamente impegnata a fare ciò che ha fatto e si sente. E’ comunque un disco che potrebbe piacere, e molto, anche se non a me o ai miei amici. Il problema è che chi legge “Televisionhead” non sentirebbe mai i Magellano, almeno credo, quindi poco male. Una stretta di mano ai Magellano mi pare il minimo, perché indipendentemente da cosa fate, fatelo con cura e passione. Loro, indiscutibilmente, queste due cose ce le hanno messe.
Per il resto, ‘sto disco, A ME, nun me piace.
Link allo streaming dei Magellano: https://soundcloud.com/magellano
Link al profilo facebook di me: https://www.facebook.com/Televisionhead
Neanche a me.
Detto ciò i Magellano fanno qualcosa di nuovo, come ho già detto, e per apprezzarli non si deve essere degli amanti della musica senza compromessi. Sono una band con fantasia, che si è certamente impegnata a fare ciò che ha fatto e si sente. E’ comunque un disco che potrebbe piacere, e molto, anche se non a me o ai miei amici. Il problema è che chi legge “Televisionhead” non sentirebbe mai i Magellano, almeno credo, quindi poco male. Una stretta di mano ai Magellano mi pare il minimo, perché indipendentemente da cosa fate, fatelo con cura e passione. Loro, indiscutibilmente, queste due cose ce le hanno messe.
Per il resto, ‘sto disco, A ME, nun me piace.
Link allo streaming dei Magellano: https://soundcloud.com/magellano
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